Frank Zappa "Apocrypha"

By Stefano Ronzani

Il Mucchio Selvaggio, September 1994


FRANK ZAPPA
APOCRYPHA

Great Dane

Non accade spesso che un oggeto concepito per collezionisti e appassionati di un musicista serva anche a una schiera più vasca di ascoltatori. La veste iconografica di Apocrypha riesce infatti a catturare anche chi non è uno zappiano e forse a convincerlo ad acquistare questi quattro cd di materiale prezioso e non. Zappa il saggio, il trasgressore, l'iconoclasta, il perfezionista. Per lui sono stati coniati e usati svariati appellativi, ma rutto è spiegabile in un solo concetto: musica intelligente e difficile che aumenta la sua fruibilità grazie alle caratteristiche del personaggio, dei suoi cesti e dei suoi atteggiamenti che si prestano a mille commenti. Benché serissimo, riusciva a dire cose che lo sembravano molto meno o perlomeno usava un modo di comunicare che attirava attenzione. Se così non fosse stato, gli adepti al culto zappiano sarebbero stati molti di meno.

Il libretto contiene una bella intervista inedita di qualche anno fa e anche Il si incontrano dimcoltà nel cercare di stabilire chi o cosa sia stato effettivamente Frank Vincent Zappa, sempre attento a non dire tutto quanto e lasciando sospese nell'aria quelle risposte che forse non riguardavano argomenti per lui interessami. Il booklet è anche straordinario per altri versi; presenta una realizzazione grafica ineccepibile, moltissime foto, schede informative sulle band che lo hanno assistito nel corso degli anni e su tutte le esecuzioni inserite nel box. Nel campo del rock è stato l'unico musicista dotto che sia riuscito a mantenere alto lo standard della sua produzione nel corso degli anni e la sua particolarità sta proprio in questo. Rivoluzionari non sono stati solo qualche album, ma tutta la sua opera. È quindi comprensibile che vanti uno scuoio di fedelissimi che lo ritengono il più grande ed è altrettanto plausibile che cucci gli altri non lo ascoltino quasi mai. Zappa è un oggetto di culto che può affascinare o tediare, ipnotizzare con il suo andamento logorroico o tediare nel- 1' attesa dello spunto geniale. Apocrypha contiene sessantuno tracce che coprono un lasso di tempo dal 1958 all'85. Tutto materiale scaturito dalla sua penna {quello di un cd è inedito) tranne Texas Medley (su musiche dei Beatles con liriche che ha adattato), I'm The Walrus e il traditional America The Beautiful. In Lost In A Whirlpool, che risale al '58 aprendo la lunga lisca, Zappa si presenta dicendo di essere musicista di rock'n'roll, compositore e autore di film. Ascoltando il resto bisogna cenere sempre a mente questa affermazione perché il box è una specie di Helzapoppin. Ci sono brani dalla lunghezza più diversa, sequenze improvvise, assoli, interventi parlati, brevi introduzioni, scherzi e prove.

Tutto contribuisce a rendere Apocrypha estremamente affascinante e anche la qualità audiofonica raggiunge la sufficienza: non è granché nel primo cd e in parte del secondo, ma poi diventa accettabilissima. Il materiale proviene da session in studio e dal vivo; può rappresentare l'ideale colonna sonora di una giornata incera. Ascoltando a cascata le sue composizioni provenienti da diversi periodi, si arriva a comprendere come intuizioni e idee appena abbozzate nei sixties siano poi scace incastonate successivamente in alcune appassionanti tracce dei decenni successivi.

L'unico difetto, che è quello cronico della produzione di Zappa, riguarda la durata di alcuni pezzi, che non è mai prevedibile. Quando il motivo piace non c'è problema, ma quando ci dobbiamo sorbire un dialogo infinito era vibrafono e basso è una prova insopportabile anche per i masochisti. Fa tutto parte del suo personaggio e forse è lo scocco che si deve pagare al genio.

Stefano Ronzani