Frank Zappa "Over-Nite Sensation"

By Marco Fumagallis

Qui Giovani, October 4, 1973


FRANK ZAPPA & THE MOTHERS
"Over-Nite Sensation" (Discreet)

Ha colpito ancora. Ci aspettavamo tutti qualcosa di differente, dopo "Waka/ Jawaka" e "Grand Wazoo", affascinanti affreschi di un'intelligenza espressiva assolutamente unica. Invece Frank ritorna (almeno in parte) al passato, agli arrangiamenti meno elaborati, all'esasperazione dei suoi allucinanti monologhi: e probabilmente si diverte un mondo, come sempre, a far nascere pazzesche discussioni su « l'evoluzione strutturale futurist-neodadaista della sua musica ». Sarà. L'elemento che si può cogliere fin dal primo ascolto è il minor spazio lasciato agli accompagnatori (Duke svolge un lavoro abbastanza limitato, e Ponty si può mettere in luce solo con uno splendido assolo al violino baritono in "Fifty-Fifty") e, per contro, un uso molto più intenso della chitarra: "I'm The Slime", "Dirty Love" e "Montana", ad esempio, ci offrono di nuovo il volto più vero e ... comprensibile di Zappa, i suoi viaggi a cavallo di uno strumento senza freni e limiti, sempre teso verso le sonorità più corpose e trascirtanti. Tra i nuovi componenti delle Mothers desta buona impressione il bassista Tom Fowler: un po' meno il mefitico vocalist Rick Lancelotti, una voce uscita dal vostro peggior incubo. Complessivamente appare ormai chiaro che non si può giudicare Zappa in termini di involuzione o evoluzione: la sua musica è un gigantesco calderone di esperienze, alternativamente ripescate e rivisitate alla luce di un'ispirazione, di uno sprazzo geniale. Così anche i pezzi più noiosi dell'album vengono improvvisamente riscattati da una lucida invenzione, da una implacabile stilettata sonora. Si può forse condannare la sua ostinazione nel non cristallizzarsi mai in un anche affascinante personaggio? D'accordo, Frankie, hai vinto anche questa volta. (m. f.)